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Il Castello di Lunghezza, come lo vediamo oggi, non è altro che la punta affiorante di un poderoso iceberg le cui fondamenta si perdono nei millenni passati. I primi insediamenti umani, secondo l’archeologo Lorenzo Quilici, risalgono all’età paleolitica ed a quella del bronzo. Successivamente questa rupe di tufo divenne sito di una gloriosa cittadella menzionata da Virgilio nel libro VI dell’Eneide ”Collatinas imponent montibus arces”. La ricordano inoltre Cicerone nella sua ”De Legge Agraria”, Strambone e Plinio il Vecchio. Collatia, antica città di remote origini etrusche, già scomparsa ai tempi della Roma Imperiale, à individuata a Lunghezza da studiosi come l’Ashby ed il Tommasetti. Se loro teoria à esatta, nel sottosuolo del Castello di Lunghezza vi sarebbero ancora custoditi i luoghi in cui si svolsero avvenimenti che precedettero la cacciata dei Tarquini da Roma da parte di Bruno Collatino, fiero guerriero e signore della cittadella, marito amoroso della dolce Lucrezia che si uccise dopo essere stata oltraggiata ”dal vile Sextius” figlio di Trquinio il Superbo. Su queste rovine della memoria inizia l’evoluzione che, come una macchina del tempo, ci porterà fino ai nostri giorni. Ed ecco allora nel I sec. d.C. ci ritroviamo in una sontuosa villa romana contemporanea alla villa dell’imperatore Adriano, i cui ruderi ancora ben conservati sona ad appena quindi chilometri da Lunghezza.
Le notizie piú antiche dell’impianto Medioevale, risalgono al 752 quando Tendone, monaco di San Salvatore in Sabina, vendette all’Abbadia di Farfa, per venti libre d’argento il ”Casalem qui dicitur Longitia”. Del 960 circa à invece la prima menzione del ”castellum Longueza” che compare nell’elenco dei beni spettanti alla Basica di San Paolo alla quale apparteneva la stessa Badia di Farfa. Lentamente la Badia si trasformò in monastero fortificato e abitato da monaci Benedettini che lavoravano la terra (circa 28.000 ettari) per conto della stessa.
Questo feudo fu protetto dal 1242 dalla potente famiglia dei Conti di Poli; questa alleanza con la Chiesa terminò traumaticamente nel 1297 quando i Conti, alleatisi con al famiglia Colonna, decisero di appropriarsi del monastero e di tutta la terra. Nella disputa si inserì Papa Bonifacio VIII ed il suo alleato Raimondo Orsini. Tutto finì ad Anagni nel 1303, quando Sciarpa Colonna offese il Papa con il famoso schiaffo. La guerra si accese e gli Orsini, insieme alle truppe papali, scacciarono i Conti da Lunghezza ed i Colonna da Roma. La chiesa, riconoscente, dono agli Orsini il feudo di Lunghezza che rimase di loro proprietà fino al XV secolo, quando questo fu dato in dote ad Alfonsina Orsini sposa di Pietro de Medici. Agli inizi del XVI secolo, il feudo fece parte della dote di Clarice Medici quando sposò Filippo capostipite della famiglia strozzi. Fu lui che trasformò il vecchio monastero nella casa più lussuosa dell’Agro Romano. Gli Strozzi ne conservarono la proprietà fino al XIX secolo e a quest’ epoca il vecchio maniero risultava praticamente abbandonato. Alla fine del 1800, si inserisce nella storia del Castello un giovane medico svedese Axel Munte, che dalla Svezia si precipita a Napoli in soccorso della popolazione colpita da una tragica epidemia di colera. Al suo fianco il giovane medico ebbe per tre anni la Principessa Strozzi, sorella dell’ultimo erede del castello di Lunghezza Piero. Quando il medico svedese espresse il desiderio di portare i suo malati via da Napoli, la Principessa gli fece conoscere il fratello che mise a disposizione il vecchio maniero, che venne così trasformato in una clinica di convalescenza. Axel Munte sposò una nobile ereditiera svedese, Hilda Peringtom Mallor, ed il padre di lei, conosciuta la romantica vicenda . acquistò il Castello e ne fece dono di nozze agli sposi. Le vicissitudini della II guerra Mondiale, portarono Hilda ed i sui figli lontano dall’Italia e dal Castello che durante la Guerra fu occupato dalle forze tedesche che lo trasformarono in un loro comando. Dopo la fine della Guerra, Hilda, riavuta la proprietà, iniziò una forte opera di restauro che in oltre ventenni ha portato allo stato attuale del Castello in cui i visitatori possono ammirare i ricomposti ambienti nei quali sono stati inseriti mobili d’epoca. Il Castello di Lunghezza à stato dichiarato dallo Stato Italiano ”Monumento Storico” ed à oggi sede della fondazione Hilda Munte